Il giorno dopo si recò allUfficio Postale. Era pomeriggio
inoltrato, e gli sportelli erano tutti occupati, tutti tranne uno.
Guardò il pacchetto con soddisfazione: carta da pacchi, spago,
indirizzo. Non differiva per nulla dalle centinaia di confezioni simili che sarebbero
partite quel giorno da lì.
Prese un modulo, se lo rigirò fra le mani, lo lesse un paio di volte.
Si distrasse un attimo per ammirarsi le unghie: erano molto ben curate,
pulite.
Soprattutto pulite.
Lo sportello per le spedizioni era ancora libero; si diresse da quella
parte.
Solo quando le fu quasi davanti si rese conto che limpiegata
dietro il banco aveva i capelli rossi.
Rossi come lei.
La ragazza venne ritrovata quattro giorni dopo la denuncia della
sua scomparsa.
Un vecchio che cercava funghi si era inoltrato nelle prime ore del
mattino nel folto della Castagnara, alle pendici del Sarpento. Funghi non ne trovò,
sebbene ad unincessante e maligna pioggia ottobrina fossero seguite due splendide
giornate di sole, in quello che sembrava un anticipo dellestate di San Martino.
E probabile che, se avesse avuto modo di perseverare nella ricerca, qualche
gruppetto nascosto di ordinati o porcini avrebbe premiato la sua costanza, ma la sua
attenzione fu subito attratta da un qualcosa, nascosto in una roggia tra cumuli di felci
ingiallite, che gli sembrò la cappella di un grosso porcino.
Era invece una scarpa da donna.
Ai suoi occhi spaventati sembrò quasi il corpo di una bimba, così
minuta e tutta rannicchiata su se stessa, con i capelli che si confondevano tra le foglie
morte. Qualche riccio di castagna era impigliato nella sua giacca di lana, e così -
confusa in quellarmonia di rossi e di verdi - sembrava quasi una ninfa dei boschi
che si fosse addormentata tra le felci.
Le pose una mano sulla spalla, per girarla, forse per svegliarla, e
lillusione svanì; il viso era macchiato di terra, la bocca spalancata in un grido
di muto terrore. Ebbe appena unimpressione fugace degli abiti lacerati e delle
ferite incrostate di sangue ormai secco.
Fu solo mentre raggiungeva correndo il sentiero principale che gli
venne in mente che laveva lasciata lì, scoperta, senza nemmeno dire una preghiera
per lei.
Come va?
Meglio, grazie.
Il Maresciallo Bagnasco restituì il thermos al giudice Altobelli. Quel
sorso di caffè bollente era proprio quello che gli ci voleva, adesso aveva la sensazione
di sentirsi meglio.
Purtroppo era solo unillusione. Gettò di nuovo uno sguardo al
cadavere che giaceva scompostamente nellerba. Il cadavere. No, la ragazza, si
corresse mentalmente. Sentiva in maniera indefinibile e forse incongrua che per pochi
minuti ancora doveva lasciarle la sua identità di essere umano. Umiliata, straziata,
mutilata, ma pur sempre una donna, con unidentità, speranze spezzate, persone che
avrebbero pianto per lei. Di lì a poco sarebbe diventata definitivamente un cadavere, per
tutti.
Per lappuntato Cardillo, che poco discosto, impacciato e
maldestro, stava preparando la macchina fotografica; per il medico legale, che con la
consueta imperturbabilità della sua categoria stava procedendo ad un accurato esame
obiettivo, ma già aveva catalogato lomicidio fra quelli a sfondo sessuale; per gli
inservienti dellobitorio, che lavrebbero portata via appena terminati i
rilievi; per limpresario delle pompe funebri che avrebbe cercato di ricomporla al
meglio dopo lautopsia; e per il Sostituto Procuratore Altobelli, pensò sbirciando
la segaligna figura al suo fianco, che - per quanto giovane - certamente a roba del genere
doveva aver fatto labitudine, vista la sua apparente indifferenza.
Il maresciallo cercò di nuovo di dargli da parlare.
Non ci si abitua mai, vero? gli mormorò sottovoce.
No, ma diventa parte del mestiere...
Be, certo, anche per me, con tutti quelli che ho visto,
anche durante la guerra... Però è sempre tremendo, sempre così ingiusto...
Altobelli assentì in silenzio. Un ciuffo di capelli biondi scese a
coprirgli gli occhi.
Il professor Beccadelli stava ultimando lesame del cadavere. I
capelli della ragazza erano impregnati di mota, ma il loro colore fulvo era ancora
riconoscibile. Bagnasco si accosciò sbuffando dietro il medico. Lopera
dellassassino (perché di omicidio si era trattato, questo era più che evidente)
era stata minuziosa. Mentre il patologo scostava il vestito, ridotto a brandelli
incrostati di sangue secco, si rendevano più evidenti le mutilazioni: i seni appena
pronunziati erano stati straziati da innumerevoli lacerazioni regolari, inflitte forse con
la punta di un coltello o con delle forbici, che avevano formato una specie di reticolato
rosso. Lo stesso macabro disegno lassassino aveva ripetuto sul pube, quasi la sua
volontà fosse stata quella di vederlo scomparire. Il vestito, o meglio quel che ne
restava, dilaniato, strappato, inzuppato, era ancora di un verde riconoscibile.
Non mi sembra che ci sia molto sangue, le pare, dottore? Con
tutte queste ferite il terreno doveva esserne impregnato.
Mi dispiace, Maresciallo, ma non potrò pronunciarmi finché non
avrò esaminato il corpo con tutta calma. Lo sa meglio di me, "la gatta per fare di
fretta fece i figli cecati". Dite così, vero, voi napoletani?
Il professor Beccadelli ammiccò dietro le lenti mentre il suo viso
restava serissimo.
Bagnasco replicò in tono dimesso: Sì, ma mi pareva che il
sangue, il terreno... il sopralluogo... Insomma si riprese risolutamente per
la mia esperienza, mi sembra che di sangue ce ne sia poco. E poi cè qualcosa ancora
che non mi convince. Le pudenda... arrossì e simpappinò.
Sì, Maresciallo, dica, dica pure! Le pudenda? O vogliamo dire
il ventre, il pube, le vergogne? Mi dica, cosa nota?
Il professor Beccadelli manteneva un aspetto serio e professionale, ma
il luccichio degli occhiali mostrava pericolosamente che aveva individuato una vittima. Il
suo perverso senso dellumorismo era conosciuto e temuto da tutti quelli che avevano
la sventura di lavorare con lui, e la fama della sua lingua tagliente superava quella,
comunque vasta, delle sue capacità professionali.
Bagnasco preferì ritirarsi in buon ordine, farfugliando qualcosa, ma i
suoi occhi continuarono a scrutare ostinatamente intorno in cerca di indizi mentre pensava
che cera gente capace di scherzare su tutto.
Per il giudice Altobelli, invece, pareva che la questione fosse
irrilevante.
Così, dopotutto, non era scappata di casa fece il
maresciallo.
Siamo sicuri che sia Mirella Sacchi? gli domandò il
magistrato.
Certo, è stata già riconosciuta, e poi i capelli rossi, il
vestito, scomparsa da quattro giorni... In ogni caso il vecchio Sacchi, se ce ne fosse
ancora bisogno, ci leverà ogni dubbio, poveraccio anche lui e con un sospiro si
passò la mano sulla pelata indifesa.
Aveva appena ricominciato a piovere. Bagnasco si sentiva un po
ridicolo, ora, a tenere in mano lombrello per riparare il sostituto procuratore,
anche perché la pioggerella che - beffando il sole del primo mattino - stava venendo giù
era davvero lieve.
Quellanno Carpinate e tutto il Veneto avevano goduto di
unestate splendida, un settembre dolce, un ottobre in cui i giorni di pioggia
avevano abbondantemente pareggiato quelli di sole, ed ora novembre iniziava con premesse
tuttaltro che incoraggianti. Daltra parte il magistrato sembrava gradire la
premura, e lui pensò che fosse quasi un dovere di ospitalità verso il giovane che da
poco aveva assunto le funzioni di sostituto procuratore presso il Tribunale di Vallo
Padano.
Lo sbirciò di sottecchi: bruno, il volto scavato, ma a suo modo
attraente, chissà per quali oscuri motivi aveva deciso di fissare la sua residenza
proprio a Carpinate, paesino di cinquemila anime, a cinquanta chilometri dal Tribunale,
che non offriva altre attrattive, nel periodo invernale, oltre al bar Centrale con annesso
biliardo. O forse ce lavevano sbattuto per chissà quali oscure trame. Comunque
ormai era lui il giudice cui avrebbe dovuto fare riferimento. Tanto valeva instaurare un
buon rapporto.
Si rivolse allappuntato, che ormai da diversi minuti stava con
locchio incollato al mirino scegliendo linquadratura migliore:
Su, Cardillo, non siamo mica a un défilé! Scatta!
Subito Marescià, provvedo fece laltro, agitando
freneticamente i baffi.
Bagnasco, con unagilità insospettabile per la sua mole, gli si
avvicinò con la fronte aggrottata:
Ma che vuoi provvedere, idiota, se non levi il coperchio
dallobiettivo! e con un gesto brusco fece volar via loggetto
incriminato, tornando poi in fretta sui suoi passi per prestare riparo allattonito
magistrato.
Avviamoci, dottore, che se aspettiamo a questo si fa notte
fece abbozzando un sorriso tirato; poi, con ultimo ringhio allinfelice
sottoposto: E domani accorciati quei baffi!
Mentre riconquistavano la strada carrozzabile, luno dietro
laltro, Bagnasco si sentì in dovere di giustificarsi:
Lo scusi dottore, è tanto un bravo ragazzo, però certe volte
avrei voglia di rispedirlo a pedate al suo paese. Cioè, più che altro, ansimò
sbuffando e inerpicandosi sulla strada la verità è che questo delitto mi ha reso
nervoso. Povera figlia! Mi domando chi possa essere il mostro che ha fatto una cosa del
genere...
Si erano fermati davanti alla macchina. Il giudice Altobelli guardava
in silenzio la scena ormai distante.
Quanti anni aveva?
Non ancora ventidue, era una brava ragazza di paese, senza tanti
grilli per la testa...
Bruno Altobelli scosse il capo.
Non so, fece con lo sguardo perso nel vuoto
cè qualcosa...
Salirono in silenzio nella vecchia Millecento di Bagnasco. Il
maresciallo avviò il motore, e la vettura si mosse singhiozzando.
Il magistrato, con le braccia conserte, rifletteva. Sì, cera
qualcosa. Davanti agli occhi gli balenò unimmagine: capelli rossi, sangue, un corpo
squarciato, occhi che si arrovesciavano allindietro negli spasmi dellagonia.
Bagnasco interruppe i suoi pensieri:
Sembra il classico delitto senza movente, per il puro gusto di
uccidere... Si girò di scatto verso il compagno di viaggio: Oddio, speriamo
di non doverci trovare a che fare con un maniaco che ha deciso di massacrare tutte le...
Attento! La mano di Altobelli corse a raddrizzare il
volante e il camioncino che avevano rischiato di travolgere sfrecciò nella corsia opposta
strombazzando.
Disgraziato! Ma che modo di guidare! Ma lha visto dottore?
E mi ha pure fatto un gestaccio!
Il magistrato convenne sorridendo che sì, oggigiorno la patente la
davano proprio a tutti, poi cercò di rilassarsi sullo scomodo sedile. Qualcosa gli diceva
che il viaggio di ritorno a Carpinate sarebbe stato ben più lungo di quanto quindici
chilometri di strada di campagna potessero far supporre.