"Sacchi Mirella, nata a Carpinate il 16 febbraio 1949,
diplomata, professione..." Che professione faceva?
Dunque, professione... lappuntato Cardillo stava
scartabellando fra le carte sparpagliate sulla scrivania professione...
Maresciallo, faceva il catechismo.
E che vuol dire, è una professione?
E io che ne so?
Dai qua, dai! fece il Maresciallo Bagnasco al suo
subalterno, strappandogli di mano il foglio che stava consultando.
Era la denuncia sporta quattro giorni prima dai genitori di Mirella.
Denuncia che Bagnasco, ed ora un po se ne pentiva, non aveva preso sul serio.
In realtà non era la prima volta, e non sarebbe stata lultima,
che una ragazza decideva di scappare di casa, per andare a tentare di vivere la propria
vita in città, in quella mitica "città" che i Carpinatesi avevano modo di
assaporare, solo di sfuggita, nel periodo estivo, quando le famiglie bene del capoluogo
venivano a passare la villeggiatura nelle grandi ville seminascoste, o nel lussuoso Club
del Tennis, con annessa piscina e campi da golf.
Spesso, nel periodo estivo, proprio al Club cera bisogno di un
incremento di personale, e molte ragazze locali venivano assunte con contratti stagionali,
condividendo così per qualche mese sogni e speranze, illusioni e miti della bella vita
cittadina.
Anche Mirella, sino a tutto settembre, aveva lavorato al ristorante del
Club del Tennis come cameriera avventizia. Perciò Bagnasco, quando il vecchio Sacchi si
era presentato al Comando dei Carabinieri per denunziare la scomparsa della figlia, si era
limitato a raccogliere la denuncia, a trasmettere qualche fonogramma ai comandi dei paesi
vicini, ed a dimenticarla del tutto.
Ora, nel piccolo locale a sua disposizione, era costretto a redigere un
rapporto di ben altra portata.
Rilesse la denunzia: "... senza occupazione retribuita, da un
mese assistente dei corsi di catechismo tenuti da don Evelino Coletti presso la parrocchia
di ...".
Hai ragione tu, Cardillo, faceva il catechismo... Forse dovremmo
riparlare con questo don Evelino, pare che sia scomparsa proprio dopo una lezione di
catechismo. Senti, fai una cosa, perché non vai...
Già provveduto, signor Maresciallo!
A rispondere era stato il vice Brigadiere Gabetti, che si affacciava
sulluscio con aria zelante.
Provveduto cosa?
Sono stato in parrocchia, ed ho parlato con don Evelino. Mi sono
anzi permesso...
Gabetti, te lho detto mille volte, tu non ti devi
permettere!
Ma se ancora non le ho detto cosa...
Qualunque cosa tu abbia fatto, non la dovevi fare. Sentiamo, che
hai fatto?
Ho condotto qui il summenzionato don Evelino Coletti. E di
fuori che aspetta, eventualmente lei volesse conferire con il medesimo.
Gabetti, te lho detto mille volte, non prendere
iniziative! O forse, adesso che sei vice brigadiere, pensi che le indagini le puoi
condurre per conto tuo?
Gabetti arrossì penosamente e scattò sullattenti.
Signorsì, cioè, no, signornò. Ma io pensavo...
Non pensare, Gabetti, non pensare, che è meglio!
Lantipatia di Bagnasco per quello spilungone biondo era esagerata
ed irragionevole, e quanto più lui se ne rendeva conto - perché in fondo Gabetti era un
buon elemento, rispettoso e servizievole - tanto più la sua irritazione cresceva,
cercando ogni possibile sfogo.
Il vice Brigadiere Gabetti era un solerte individuo, originario di un
paese non molto distante da Carpinate, e Bagnasco lo aveva per così dire ereditato tre
anni prima dal suo predecessore Franzotti. Era disciplinato, obbediente, pure dotato di
unintelligenza, se non proprio brillante, certo non al di sotto della media;
insomma, il prototipo del carabiniere ideale, da manifesto di arruolamento. Bagnasco
tuttavia non lo poteva soffrire. La sua antipatia era tenace, e si esprimeva in tante
piccole vessazioni, alle quali il Gabetti rispondeva con occhiate mansuete e adoranti, che
avevano il potere di mandare vieppiù in bestia il suo superiore.
Anche ora stava lì, sullattenti, con unaria infelice e
colpevole, eppure rispettosa. Ma stavolta laveva preso in castagna, pensò
soddisfatto il maresciallo. Trascinare un povero prete in caserma, quando cera tutto
il tempo di interrogarlo con comodo! Laveva fatta grossa, ed era giusto che venisse
redarguito davanti a Cardillo che, con tutti i suoi difetti, perlomeno di iniziative non
ne prendeva mai.
Si assestò meglio sulla scomoda seggiola di legno, spense la
sigaretta, e ficcò con una certa difficoltà i pollici nella cintura:
Sentiamo, Gabetti, visto che sei così intelligente, per quale
motivo era tanto urgente portare qui il reverendo, e non, piuttosto, interrogare i
genitori della povera vittima? Su, perché? Me lo sai dare un motivo? Cardillo!
abbaiò rivolto allaltro carabiniere che, del tutto ignaro di essere per oscuri
motivi il prediletto del maresciallo, stava badando tranquillamente ai fatti suoi, fatti
che consistevano in quel momento in un panino con frittata di cipolle nascosto nel primo
cassetto dello schedario.
Avanti, Cardillo, sai suggerire tu un motivo al tuo collega?
Cardillo sostenne il suo sguardo con occhi vacui. Era completamente
alloscuro delle simpatie e antipatie del suo superiore, che daltronde si
estrinsecavano in un comportamento costantemente volubile ed irascibile, ed era giunto
alla conclusione che tonno e pomodori sarebbero stati probabilmente meno indigesti.
Veramente, Maresciallo intervenne Gabetti timidamente
è stato don Evelino a cercarmi, e siccome è stato lui a trovare il cadavere...
Ma va là, stai zitto! Non ho tempo per ascoltare le tue
chiacchiere! Adesso sai che fai? Come lhai condotto qui, bravo bravo lo riconduci in
parrocchia, e gli chiedi pure scusa, perché io devo fare il rapporto.
Agli ordini, signor Maresciallo! fece lappuntato,
portandosi la mano destra la visiera e facendo battere i tacchi. Si girò verso
luscita.
Aspetta! In uno dei suoi classici repentini mutamenti
dumore Bagnasco considerò che, in effetti, lidea di condurre al Comando il
parroco non era stata infelice, perché gli avrebbe consentito un risparmio di tempo.
Daltra parte, la partaccia di rito Gabetti laveva già avuta, per cui
disse, con laria di fare una grande concessione: Fallo entrare, va!
Ma mi ha detto...
Ti ho detto: fallo entrare! lo interruppe Bagnasco,
assumendo unespressione minacciosa. E poi corri dai Sacchi, fila! Tu no
aggiunse rivolto a Cardillo, che cercava di sgattaiolare fuori con la colazione
tu mi servi qui per verbalizzare.
Un attimo dopo Gabetti usciva sospirando diretto al suo ingrato
compito, Cardillo sedeva sospirando davanti alla scalcinata Olivetti e Bagnasco,
sospirando, scrutava con aria benevola il vecchio sacerdote seduto davanti a lui.
Che deserto. Che solitudine. Sentiva il suo cuore stretto in una
morsa di ghiaccio. Eppure il suo ruolo, ora, sarebbe stato quello di confortare, ma chi
avrebbe confortato lui?
Non ci riusciva, per quanto si sforzasse non ci riusciva, ad avvertire
la serenità della morte. Non di quella morte. Brutale, selvaggia, senza un motivo. La
piccola, la dolce Mirella, una bambina, tanta voglia di vivere, di dare. E adesso?
Chiuse la porta alle sue spalle con decisione. Il flebile scroscio
dacqua della fontana era lunico suono avvertibile. Più sordo, più profondo,
più intenso, lurlo di una cieca disperazione.
Si sforzò di non ascoltarlo, mentre si dirigeva spedito verso casa dei
Sacchi.
Don Evelino Coletti era una di quelle figure di parroco
daltri tempi, di cui si andava perdendo lo stampo, pensò il maresciallo. Un
vecchietto fragile e magro, con una gran chioma di capelli candidi e un viso dolce e
assorto, quasi avulso dalle volgari cose terrene. Teneva gli occhi bassi e le mani
congiunte, e sembrava stesse radunando le sue scarse energie per affrontare la cruda
realtà. Bagnasco decise che non era il caso di turbarlo ulteriormente:
Padre fece dolcemente mi rendo conto che ha appena
vissuto unesperienza sconvolgente, perciò la tratterrò pochissimo. Le chiedo solo
di raccontarmi di nuovo i fatti con parole sue, brevemente. Ovviamente, se non se la
sente, o se qualche particolare... tossicchiò qualche particolare fosse per
lei, diciamo, imbarazzante, non si preoccupi, capiremo.
Il vegliardo rialzò il capo e Bagnasco si ritrovò a fissare due
vivacissimi occhi azzurri, quasi brucianti.
La ringrazio della sua premura, Maresciallo, ma voglio fare del
mio meglio per aiutarla. Un delitto atroce, una così giovane vita stroncata nel fiore
degli anni, io la conoscevo da quando era alta così...
Sospirò e chiuse gli occhi per un attimo. Il maresciallo si sporse in
avanti e lanciò uno sguardo preoccupato a Cardillo, cera mica il rischio che quel
povero vecchietto gli morisse lì davanti? Lappuntato guardava larchivio con
aria meditabonda, le dita arcuate sulla Olivetti, pronte a scattare non appena il
maresciallo avesse iniziato a dettare.
Dunque, vediamo... don Evelino si era fatto forza.
Bagnasco si riassestò, accese unaltra sigaretta, e lo fissò
sperando di avere unaria incoraggiante.
Erano circa le sei e trenta del mattino, e mi ero avviato su per
la Castagnara in cerca di funghi, subito dopo la messa. E un po presto, lo so,
ma a me piace fare del moto verso quellora per tenermi in forma, e da Prepole, sa,
la mia parrocchia, sono solo dieci chilometri, per le scorciatoie, per arrivare lì. La
mia perpetua fa una deliziosa zuppa di porcini, e anche gli ovuli al forno, e allora...
chiuse gli occhi per concentrarsi, ma Bagnasco stavolta non si preoccupò: uno che
si faceva dieci chilometri allalba per tenersi in forma, be, probabilmente
aveva più fiato di lui.
Quella povera ragazza era in fondo alla roggia piccola. Non
lho riconosciuta subito, ovviamente, anzi, allinizio mi sono avvicinato
perché pensavo dormisse. Poi però ho visto la ferita alla testa. Non sanguinava più,
per cui ho capito che era morta. Credo che dovrebbe cercare loggetto con cui è
stata colpita lì attorno, Maresciallo. Ma certo, ci avrà già pensato... Naturalmente,
data lemozione, non ho potuto investigare a fondo, ma così, a colpo docchio,
direi che cera una pietra, vicino ai piedi, che potrebbe essere servita allo scopo.
Aveva una forma allungata, quasi unimpugnatura, ma lei certamente lavrà
notata. Non mi sembrava macchiata di sangue, ma voi, con i vostri metodi, la Scientifica,
quelle cose lì, non avete certo bisogno dei consigli di un povero prete disse con
unevidente falsa modestia.
Oppure, pensavo alzò gli occhi celesti al cielo,
riflettendo, mentre Bagnasco, esterrefatto, lo guardava a bocca aperta
lassassino potrebbe avere avvolto la pietra in uno straccio, o in un sacchetto di
plastica, sa, come si fa con la sabbia, che diventa unarma micidiale, in questo
caso, ovviamente, tracce di materiale organico, non so, sangue o materia cerebrale, non ce
ne sarebbero, ma a questo lei avrà già pensato, è una grossa mancanza di umiltà da
parte mia, nella mia inesperienza, darle consigli. Ma so che lei perdonerà un povero
vecchio che cerca solo di rendersi utile.
Rivolse un fragile sorriso al maresciallo, e lo estese anche a
Cardillo, che sembrava essersi distolto dalle sue preoccupazioni e lo fissava come se
vedesse un marziano.
E poi, sa, con fare confidenziale in questo paese
non succede mai nulla...
Erano già in molti, a piangere per la morte di Mirella. Fra questi,
però, non cera Eva Zampelon, la signorina Eva, come la chiamavano tutti quelli che
la conoscevano. Era andata anche lei a far visita ai Sacchi, si era messa un completo
grigio e si era addirittura coperta il capo con un velo, quasi andasse a messa. Ma non
piangeva. Aveva abbracciato Lorenza Sacchi, e laveva stretta teneramente a sé, le
aveva porto un fazzoletto, per asciugarle le lacrime, ma non si era commossa.
Forse perché non aveva paura della morte: era rimasta orfana di padre
da piccola, e si era rifugiata presto nella religione. Era una fervente cristiana, quasi
una bigotta, passava la maggior parte delle sue giornate in parrocchia, pregava molto
spesso, era sempre disponibile quando cera bisogno di aiuto, ma nessuno ricordava di
averla vista sorridere. Né piangere.
Anche Gabetti, arrivato da poco in quellumile casetta, non era
rimasto insensibile allo strazio del genitori di Mirella, e più di una volta si era
soffiato fragorosamente il naso. Ma Eva no. Andava e veniva dalla cucina, preparava il
caffè, apriva la porta. Ma non riusciva a commuoversi. Solo una volta, in tutto il
pomeriggio, i suoi occhi parvero brillare. Quando entrò lui.
Bagnasco era sbigottito. Quellomino davanti a sé continuava a
parlare, inarrestabile, ed inoltre sembrava sfoggiare una competenza ed
unintelligenza del tutto insospettabile in un prete della sua età. "Certo, i
preti hanno a che fare con la morte", pensò, "ma qui stiamo esagerando!".
Non sapeva come fare per interromperlo. Daltronde, don Evelino non aveva la minima
intenzione di venir interrotto.
...e quindi le ferite le ho viste solo quando ho girato il
corpo. A questo punto avevo capito che si trattava della povera Mirella. Quasi ancora una
bambina, sa? E poi così dolce, eppure piena di vita, con quei bei capelli fiammeggianti,
irradiava calore attorno a sé, tutti le volevano bene, i bambini, padre Giorgio, persino
la Zampelon...
Gli occhi cerulei luccicarono, ma Bagnasco fece il muso duro e attese,
impermeabile ad ogni commozione. Bene fece, perché la voce calma di don Evelino riprese
immediatamente, instancabile:
Secondo me, la ferita mortale è stata quella alla testa, le
altre sono state inferte dopo la morte, ma sa, la mia vista non è più quella di un
tempo, il patologo sicuramente potrà dire un sacco di cose... E poi, quelle mutilazioni
sembrava che avessero un significato, qualcosa... ma lì non è che abbia guardato molto,
sa, sono un sacerdote ed ebbe il pudore di arrossire.
Bagnasco, ammutolito, non diede mostra di aver notato la delicatezza.
Ma ebbe molte difficoltà a controllarsi subito dopo, quando don Evelino, tra mille scuse
ed esitazioni, gli inoltrò la sua richiesta:
Certo, mi rendo conto che forse non si potrebbe, ma se non è
chiedere troppo, se non sono troppo sfacciato, ebbene, potrei prendere visione del
risultato dellautopsia? Non che voglia assistere, per carità, no, assolutamente, ma
mi farebbe solo piacere leggere il referto, così, per curiosità, per controllare certe
mie deduzioni...
Don Evelino tacque, in attesa della risposta, e finalmente piombò il
silenzio nel Comando dei Carabinieri. Bagnasco gettò uno sguardo verso Cardillo: costui
era rimasto nella stessa posizione assunta dieci minuti prima, immobile, le dita arcuate
sulla macchina da scrivere, travolto, al pari del suo superiore, da
quellinarrestabile fiume di parole che era fuoriuscito dalla bocca dellanziano
parroco.
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