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Una compagnia teatrale intrappolata in un errore di
stampa: doveva andare in scena Delitto Perfetto, ma la tipografia ha
inavvertitamente spostato la R… L'assurda decisione del capocomico di
mettere comunque in scena una rappresentazione fedele al titolo scatena una
reazione a catena: la maggior parte degli attori abbandona, anche i tecnici
e i macchinisti danno forfait… E allora? Come realizzare Delitto Prefetto
con soli quattro attori, e senza aver provato?
Da questa paradossale premessa parte la altrettanto paradossale rappresentazione di
Delitto Prefetto, un divertissement che calca le orme della commedia
dell'arte, del vaudeville e del Neil Simon di Murder by death, con lo
scopo principe di ridicolizzare - affettuosamente - i luoghi comuni del
giallo classico: dal triangolo lui-lei-l'altro (il primo atto sembra il
prodromo, appunto, di un "delitto perfetto"), fino all'investigatore
per antonomasia, Sherlock Holmes, alle prese con un'improbabile
indagine in prefettura, tesa alla scoperta dell'autore di un delitto che -
addirittura - non viene nemmeno descritto!
L'abbandono degli attori fornisce il pretesto per reclutare tra il pubblico
cinque "attori improvvisati" che diano vita a sette personaggi
diversi. L'estemporaneitą e la recitazione a soggetto consentono non solo
di variare la rappresentazione da serata a serata, ma soprattutto di giocare
con il pubblico, nella scia di quella interattivitą introdotta nel Teatro
Giallo alla fine degli anni '90 proprio dal binomio Celentano - de Falco.
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