LA MALA LAMA

©Vincenzo de Falco

Ripiegò il giornale, e lo mise accuratamente sotto il braccio.

fatta!" pensò mentre scendeva con sàssone flemma le scale dell’appartamento in cui tante volte si era recato quasi clandestinamente a sorbire ignobili tè, covando rancori e sognando il momento in cui il suo piano avrebbe potuto essere finalmente realizzato. La portinaia gli sorrise, affabile come sempre.

"Va già via, geometra?". 

"Sì, oggi ho fatto presto". 

Inopinatamente il coltello decise di cadere.

Il clangore echeggiò sotto le volte dell’androne.

Si chinò, lo raccolse, e lo riavvolse nel giornale, badando di non macchiarsi col sangue ancora fresco di cui era sporca la lama. 

"Questi cosi, non si sa mai dove metterli!". 

"A chi lo dice!", rispose lei con lo sguardo languido. 

"A domani, allora". 

"Domani non so, ma ci rivedremo presto. Molto presto", fece lui, seducente.


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